Cronaca di una Biennale di Architettura: da Pisa l’invito a ripensare i territori fragili

Sessanta ospiti, venti talk, quattro mostre e due premi, sei eventi Fuori Biennale – fra i quali il convegno dell’11 novembre al Palazzo Tursi di Genova e inserito all’interno di Big November 5: Spazio e Società -, otto lectio magistralis, sei special guest internazionali. È tornata per la terza edizione la Biennale di Architettura di Pisa agli Arsenali Repubblicani, ideata e organizzata dall’associazione culturale LP – Laboratorio Permanente per la città, con il patrocinio, tra gli altri, anche di Fondazione e Ordine degli Architetti di Genova. Sotto la guida di Alfonso Femia, quest’anno designato direttore della manifestazione, è stata sperimentata, per la prima volta, una formula dinamica e interattiva con dieci giornate di talk, lecture e mostre.

Dall’appassionante ricerca progettuale di Didier Faustino, all’innovativo approccio al territorio dei West8, rappresentati da Marteen Van Der Voorde, dalla sfida urbana della città di Prato, modello virtuoso sul piano internazionale alle sperimentazioni urbane in Paraguay e in Francia, la Biennale ha messo a confronto architetti, urbanisti, designer, artisti per fare il punto sull’aspetto più tangibile del cambiamento climatico: il comportamento dell’acqua in relazione al tempo.

“Accettare che il territorio sia fragile e trasformare questa consapevolezza in forza progettuale”. Se dalla Biennale di Architettura di Pisa si può individuare un orientamento, questa ne è sicuramente la sintesi più rappresentativa. Dal 21 novembre al 1 dicembre, attraverso le trasparenze degli Arsenali Repubblicani, la Pangea, l’allestimento ideato da Alfonso Femia, ha raccontato a Pisa e al mondo di un Tempodacqua severo, di emergenze e di criticità, ma soprattutto di un futuro possibile capovolgendo la prospettiva. La risposta della città è stata entusiasta, significativa anche la folta presenza di gruppi provenienti dalle altre regioni d’Italia con qualche partecipazione internazionale.

Affluenza record di 1500 persone per ogni week end della Biennale e importante adesione agli eventi Fuori Biennale organizzati, per la prima volta, in questa edizione. Un soddisfacente consuntivo per un progetto culturale che ha trasformato Pisa, per dieci giorni, in un centro internazionale dell’architettura.