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Nuovo appuntamento per “Manomissioni”, il programma culturale della Fondazione Ordine Architetti di Genova con La lezione di L.C.D. (1900-1972), il convegno a cura di Andrea Canziani ed Emanuele Piccardo che martedì 11 ottobre, alle ore 17 a Palazzo Ducale ricorderà Luigi Carlo Daneri a 50 anni dalla sua scomparsa. L’obiettivo è di interrogarsi sulla sua figura, rileggendo la sua opera attraverso una serie di temi che indagano la formazione tra eclettismo e razionalismo, il progetto della città con le sue diverse scale; attraverso casi studio specifici come il famoso quartiere Ina Casa Forte Quezzi, guardando le architetture in chiave contemporanea, individuandone l’eredità e infine, definendo quanto la modernità possa diventare un patrimonio condiviso con la comunità.
Moderati da Luca Gibello, direttore del Giornale dell’Architettura, oltre ai due curatori, interverranno: Pierluigi Feltri, presidente FOA.GE, Manuela Salvitti, segretario regionale MiC Federico Bucci, delegato agli archivi, Politecnico di Milano; Vittoria Bonini, DAD, Scuola Politecnica Unige; gli architetti Francesco Bacci ed Enrico Bona; e Agostino Petrillo, sociologo, Politecnico di Milano. Gli interventi saranno intervallati da una selezione di video interviste a cura di Jacopo Baccani. L’evento, gratuito, è aperto a tutti e sarà trasmesso anche in streaming su Formagenova.it. È valido 3 CFP per gli architetti.
“L’obiettivo di Daneri era chiaro ed umano: fare in modo che la gente potesse vivere meglio […] Dell’architettura di Daneri vorrei richiamare un aspetto, il rapporto con l’ambiente, con il contesto culturale oltre che fisico, in cui l’architettura si colloca […]”. Così lo ritraeva il suo allievo Luciano Grossi Bianchi, co-progettista insieme a Daneri e Giulio Zappa, del quartiere Ina-Casa Bernabo Brea che fu presentato al IX CIAM (Congrès Internationaux d’Architecture Moderne) nel 1953 ad Aix en Provence. Una testimonianza della dimensione internazionale assunta dall’architetto ligure.
Luigi Carlo Daneri (1900-1972) è stato uno dei maggiori protagonisti del modernismo genovese. La sua figura di architetto e ingegnere ha orientato le vicende urbanistiche di Genova a differenti scale: abitativa e urbana. All’inizio la sperimentazione ha riguardato ville unifamiliari sulla costa ligure; in seguito, Daneri ha sviluppato il concetto dell’abitare collettivo dapprima a Piazza Rossetti (1934-1958) e poi nei quartieri di edilizia residenziale pubblica dell’Ina-Casa: Bernabò-Brea (1950-1954), Mura degli Angeli (1954-1956), Forte Quezzi (1956-1968).