Oltre il limite della notte: nuovi progetti per rifugi e bivacchi sulle Alpi

Quanti sono i rifugi e bivacchi delle Alpi? Ben più di un migliaio. O probabilmente ben più del doppio. Ma in realtà, che cos’è un rifugio alpino? Di getto, quasi tutti diremmo che è una struttura costruita per ospitare gli alpinisti occorre però intendersi circa la loro identità e, allargando il cerchio, occorre capire che cosa ognuno di noi intenda per alpinismo. Il termine ‘rifugio’ è una galassia che comprende sia i cosiddetti ‘punti d’appoggio’ a bassa quota e le strutture servite dal prospiciente e spazioso parcheggio auto, sia i manufatti incustoditi che ricevono la visita, quando va bene, d’una decina d’anime l’anno. Di questo e altro ancora si è parlato nella cornice del Chiostro delle Vigne in occasione di Oltre il limite della notte: nuovi progetti per rifugi e bivacchi sulle Alpi, l’incontro a cura della Fondazione Ordine Architetti di Genova che ha inaugurato Manomissioni, il nuovo programma culturale di FOA.GE. Moderati da Luca Gibello, direttore del Giornale dell’Architettura, Simone Gobbo dello Studio Demogo ed Enrico Giacopelli di GStudio Architetti hanno condiviso le reciproche esperienze nella realizzazione di opere in alta quota oggi disponibili in modalità e-learning disponibile su Formagenova.it.

Un’occasione per raccontare le vicende che hanno portato alla costruzione dei rifugi, analizzando le motivazioni della committenza, le tecniche e i materiali edilizi, le figure dei progettisti, i valori simbolici e politici, gli immaginari collettivi, il tutto inquadrato all’interno degli accadimenti storici generali e delle evoluzioni sociali. Dal 1750 ai giorni nostri, dai prodromi dell’alpinismo ai modestissimi ripari degli eroici scalatori ottocenteschi, dal fenomeno dei rifugi-osservatorio a quello dei rifugi-albergo e ai baluardi militari, dall’alpinismo e dall’escursionismo di massa fino alle opere recenti che si fanno segno forte nel territorio e rompono con l’immagine della baita. 


Una riflessione destinata non solo agli addetti ai lavori ma soprattutto agli appassionati della montagna, affinché cresca la consapevolezza di un patrimonio che tutti siamo chiamati a rispettare e valorizzare. Per capire che dietro le «pietre» dei rifugi vi sono le storie delle persone che li hanno immaginati e costruiti; operando, con ogni tipo di ristrettezza di mezzi, in ambienti estremi, sempre oltre i 2000-2500 metri di quota, laddove non arrivano strade e funivie e il cantiere è agibile solo nei mesi estivi, quando il meteo lo consente.

Luca Gibello (Biella, 1970), laureato in Architettura al Politecnico di Torino (1996), dove consegue il dottorato in Storia dell’architettura e dell’urbanistica (2001). Ha insegnato Storia dell’architettura contemporanea e Storia della critica e della letteratura architettonica al Politecnico di Torino e all’Università di Trento. Tra i fondatori de “Il Giornale dell’Architettura” nel 2002, dal 2004 è caporedattore e dal 2015 direttore. Pubblicista, è autore di volumi e di saggi critici e storici. Ha curato il coordinamento scientifico-redazionale del Dizionario dell’architettura del XX secolo (Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2003). Con il libro Cantieri d’alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi (2011, tradotto in francese e tedesco; nuova edizione 2017), ha unito l’interesse per la storia dell’architettura con la passione verso l’escursionismo e l’alpinismo classico (ha salito 79 delle 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). In seguito, ha pubblicato Progettare al limite. I rifugi alpini di G Studio (2017) e, con Roberto Dini e Stefano Girodo, i libri Rifugiarsi tra le vette. Capanne e bivacchi in Valle d’Aosta dai pionieri dell’alpinismo a oggi (2016), Rifugi e bivacchi. Gli imperdibili delle Alpi. Architettura, storia, paesaggio (2018) e Andar per rifugi (2020). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l’associazione culturale Cantieri d’alta quota (cantieridaltaquota.eu), di cui è presidente.

Simone Gobbo, laureato in Architettura allo IUAV di Venezia, con un master in Progetto dello spazio pubblico all’Università di Pisa, dal 2011 svolge attività di ricerca presso l’Università di Genova dove è docente a contratto per il corso di Progettazione architettonica. Nel 2007 fonda assieme ad Alberto Mottola e Davide De Marchi studio DEMOGO con il quale nel 2009 vince il concorso internazionale per il progetto del nuovo Polo Municipale di Gembloux in Belgio, progetto poi realizzato e vincitore del Premio IQU per Innovazione e Qualità Urbana. Nel 2015 vince il concorso per la costruzione del Nuovo Bivacco Fanton, in forcella Marmarole (2667 msl). Nello stesso anno allo studio viene assegnato il premio dell’Ordine Nazionale degli Architetti: Giovane Talento dell’Architettura Italiana. Nel 2016 viene invitato come visiting professor dallo IUAV di Venezia in occasione dei WA.VE. 2016. Nel 2018 è selezionato con il suo studio, dall’Architecture European Centre tra i 40 under 40 architects and designers e, nello stesso anno, è invitato a esporre all’interno del Padiglione Italia – Arcipelago Italia, alla XVI^ Biennale di Architettura di Venezia. Vince il premio della Triennale di Milano Medaglia d’Oro dell’Architettura italiana, sezione speciale T Young De Albertis con il progetto del Bivacco F-lli Fanton. Nel 2020 vince in associazione con lo studio AMAA e Angelo Renna (landscape) il Concorso di progettazione per il Nuovo Centro Civico Flaminio a Roma mentre nel 2021 vince il Concorso per il Nuovo Sun Factory di Gibus, opere attualmente in corso di sviluppo, e nello stesso anno vince il Concorso per il nuovo Palazzo di Giustizia di Trani.

Enrico Giacopelli (1959), architetto è socio di GStudio Architetti (www.g-studio.biz) con sede a Torino. Lo studio ha al suo attivo una vasta esperienza nella progettazione in alta montagna svolta per il Club Alpino Italiano, enti parco, amministrazioni locali e privati a partire dal 1989. Tra le realizzazioni più significative: il nuovo rifugio Nacamuli, gli ampliamenti dei rifugi Dalmazzi (segnalato dal MIBAC fra le opere del secondo 900 http://www.architetturecontemporanee.beniculturali.it/architetture/index_metodologia.php), Teodulo e V. Emanuele in valle d’Aosta, dei rifugi Jervis, Gastaldi, La Riposa e Toesca in Piemonte, il nuovo rifugio dell’Antola in Liguria. EG è stato consulente per la questione rifugi del Presidente Generale del CAI e presidente della Commissione Rifugi LPV del CAI. Partecipa a convegni e seminari sulla progettazione in alta montagna. GStudio Architetti partecipa con continuità a concorsi per la realizzazione di opere in alta quota. Tra questi hanno ricevuto premi il progetto del Nuovo rifugio Torino al Monte Bianco, per la ristrutturazione del Rifugio Corsi e per la ricostruzione delle infrastrutture di Plateau Rosà. L’attività progettuale di G Studio in ambito alpino è riassunta nel testo: Progettare al limite, a cura di L. Gibello, Segnidartos Editore, 2017.