L’Ordine degli Architetti di Genova promuove anche quest’anno il Festival Zones Portuaires – Festival internazionale tra Città e Porto, in programma dal 9 all’11 ottobre, collaborando all’organizzazione del convegno “Porto: spazio pubblico” articolato in tre talk dedicati alla relazione tra il porto e la città, con uno sguardo verso le esperienze estere.
«Il porto – racconta l’architetto Daniele Salvo, consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC di Genova – verrà presentato come luogo di ricerca artistica, sperimentazione e produzione culturale, patrimonio e paesaggio condiviso. Le giornate forniranno spunti di riflessioni su quali processi possono essere intrapresi per stimolare la rigenerazione del fronte porto ricucendo i legami tra il mare e l’area retroportuale».
Il dispositivo Zones Portuaires promuove l’incontro tra il mondo al di là delle cinte doganali e lo spazio urbano, con l’obiettivo di contribuire alla contaminazione interdisciplinare nel confronto tra Porto e Città, al fine di rafforzarne la reciproca conoscenza.
Nato a Marsiglia nel 2008, negli anni il Festival si è infatti evoluto in un progetto più ampio e costante durante l’anno, che attiva percorsi di ricerca e creazione culturale, di sensibilizzazione e partecipazione pubblica. L’identità portuale è quindi svelata e valorizzata attraverso passeggiate, veleggiate, visite guidate, azioni artistiche site specific, convegni, mostre e momenti di incontro informali, negli spazi pubblici tra Città e Porto.
«L’emergenza pandemica ha stimolato una riflessione diffusa sulla necessità di trovare nuovi equilibri tra le comunità e i territori – spiegano le direttrici artistiche Maria Pina Usai e Maria Elena Buslacchi – e in questo periodo di stop forzato in cui il porto non si è mai fermato, abbiamo pensato fosse importante portare l’attenzione sul porto inteso come patrimonio comune, come luogo della cultura e come spazio che può essere utile alla collettività, pur mantenendo la sua funzione operativa».
Il tema portante dell’edizione 2020 è quindi Porto: spazio pubblico, e focalizza la propria attenzione sulla potenzialità delle città portuali di configurarsi come modello innovativo per una nuova concezione degli spazi urbani e portuali, grazie alla loro capacità di essere intrinsecamente resilienti, abituate a rispondere in modo flessibile a stravolgimenti ricorrenti.
Nel 2019 Zones Portuaires era partito verso #nuoverotte, nel 2020 apre nuove #connessioni, in un’esplorazione che percorre le acque del Mediterraneo – e oltre -, e dopo Marsiglia, Saint-Nazaires e Genova attiva un dialogo con le città portuali di Amburgo, Montréal, Istanbul, Savona, Cagliari, Trieste, Taranto, Rijeka, Chattogram, Phnom Phen.