Arte e architettura negli anni 2000: l’incontro a Villa Croce

Sabato 6 maggio 2023, alle ore 17:00, presso il museo d’arte contemporanea di Villa Croce avrà luogo l’incontro Arte e architettura negli anni 2000 in collaborazione con Maledetti Architetti. Moderati da Maurizio Gregorini, manager cultura del Comune di Genova, interverranno gli architetti Antonio Lavarello, Francesco Bacci e Matteo Rocca. L’incontro è patrocinato dalla Fondazione dell’Ordine Architetti di Genova ed è valido 1 CFP in autocertificazione. Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti.

Spesso l’architettura si è servita delle arti visive per amplificare e completare la qualità dei propri spazi; in altri casi essa si è ispirata alle esperienze artistiche per individuare nuove strade da percorrere; in qualche caso sono però gli artisti a utilizzare categorie e strumenti propri dell’architettura, quali lo spazio o la costruzione, per sviluppare la propria poetica. L’intervento di Antonio Lavarello svilupperà alcune riflessioni a partire dall’opera di alcune figure importanti del panorama artistico, come Olafur Eliasson, Ai Weiwei e altri ancora, che operano a cavallo del confine tra arte e architettura.

Francesco Bacci si concentrerà sugli spazi museali a firma di grandi architetti. In particolare, si soffermerà sulla contrapposizione tra il Museo Guggenheim di Bilbao (1997) a firma di Frank Gehry e la ricostruzione del Museo Neues per mano di David Chipperfield in collaborazione con Julian Harrap. Il primo è famoso per aver generato con la sua monumentalità, l’Effetto Bilbao o Effetto Guggenheim e, facendo parlare di sé, di diventare un fondamentale motore del turismo e della cultura della sua regione; il secondo è invece un silenzioso omaggio all’imperfezione, alla storia e alla memoria. Il restauro di Chipperfield è all’insegna della sobrietà, parola che oggi sembra aver sostituito la tendenza alla magniloquenza che aveva caratterizzato l’architettura museale negli ultimi 30 anni.

Matteo Rocca dello Studio Dodi Moss e consigliere di OA.GE tratterà del Dubai expò project, il progetto di Dodi Moss, Edoardo Tresoldi e SCA che si è classificato al terzo posto al concorso per il Padiglione Italiano Expo 2020: un’architettura che dispone un percorso emozionale attraverso una stratificazione di elementi trasparenti, materici e vegetali. Il progetto si compone di un grande volume, da cui sono sottratti – in negativo – ambienti diversi che evocano stilisticamente i palazzi e i cortili dei palazzi italiani. I visitatori sono accompagnati in un percorso emozionale, tattile e visivo grazie a ripetuti tagli e scomposizioni volumetriche creati da tangenze e sottrazioni con il “parallelepipedo contenitore”.